domenica 13 gennaio 2008

Scuola di Comunità pagg. 11-24; scheda a cura di Giorgio Razeto

Si può vivere così?
Uno strano approccio all'esistenza cristiana

Introduzione - La ragionevolezza del cominciare (pag. 11)
I. Ad ognuno è capitato qualcosa un incontro. Un qualche cosa per cui si è detto: "incomincio"
II. uno inizia prima di conoscere, appunto per conoscere
A. non si tratta di curiosità o di una ricerca scientifica
B. l'inizio non ha un valore ipotetico, cioè "vediamo se..."
C. è come una persuasione in lontananza: è come capire che lì dentro ci deve essere qualche cosa di bello, di giusto, c'è un compimento da trovare
III. iniziare è ragionevole perché capiamo che lì dentro c'è qualcosa che corrisponde profondamente all'esistenza del cuore, alla sete e alla fame del cuore, al destino della vita
una cosa è ragionevole quando corrisponde alle esigenze del cuore
IV. le esigenze del cuore sono ultimamente e profondamente esigenze di felicità, di compimento e di felicità, di perfezione e di felicità, l'esigenza del destino per cui si si è fatti
Capitolo primo - La Fede
Un metodo di conoscenza che impegna la ragione (pag. 21)
Conoscenza diretta e conoscenza indiretta (pag. 21)

I. la conoscenza è un riconoscimento che tecnicamente si chiama giudizio, ha la forma del giudizio
II. la conoscenza può essere di due tipi
A. diretta, che si chiama anche "esperienza diretta"
B. indiretta,che consiste in una "esperienza indiretta"
III. la conoscenza indiretta
A. raggiunge la conoscenza attraverso un intermediario, che si chiama testimone o teste
B. è un tipo di conoscenza che si chiama fede
"il riconoscimento della realtà attraverso la testimonianza che porta uno... è un problema che c'è soltanto a livello di persone; è una conoscenza della realtà che avviene attraverso la mediazione di una persona fidata, adeguatamente affidabile. Io non vedo la cosa; vedo soltanto l'amico che mi dice quella cosa... siccome di lei mi posso fidare, so che mi posso fidare, quello che lei è visto è come se l'avessi visto io".
C. è una forma naturale di conoscenza indiretta; non è soltanto applicabile a soggetti religiosi si applica a tutto
D. è uno dei metodi della ragione
"La ragione è una cosa viva che, perciò, per ogni oggetto ha un suo metodo... ha anche una dinamica per conoscere cose che non vede direttamente e che non può vedere direttamente, le può conoscere attraverso la testimonianza di altri: conoscenza indiretta per mediazione".

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