giovedì 5 giugno 2008

Si può vivere così? - scheda a cura di Giorgio Razeto

Capitolo secondo - La libertà
I cinque passaggi sulla fede
I. Primo, un fatto che accade e che ha la forma dell'incontro
"È il contraccolpo che avviene e che ti fa scoprire qualcosa di nuovo, non è frutto di ragionamento, non è frutto di un itinerario, ma il frutto di un incontro, di un momento che ti colpisce. Un alunno di Guido era un pezzo che andava con i nostri di CL. È stato invitato al matrimonio di un nostro amico di Bologna; è uscito dalla chiesa dicendo Guido: «Ma sai che mi trovo a casa mia per la prima volta?». «Come a casa tua?» «Per la prima volta a casa mia! E ho capito perché sbaglia il mio compagno: perché pretende - e parlava del più intelligente della classe - di scoprire attraverso un ragionamento, attende di fare un ragionamento che di fatto scoprire la verità. Invece la verità si scopre, improvvisamente, in un momento, in un determinato momento.»... La più bella cosa al mondo essere vinti da questi incontri. Ma è tale e quale anche quello che di più bello c'è nell'umano...la accorgersi di aver fatto una cosa buona... perché diventa un accorgersi - oppure imbattersi in una persona da cui ti senti voluto bene. Perché noi non possiamo capire Cristo e seguire Cristo se non attraversiamo anche tutti questi sentimenti umani, perché solo nel seguire Cristo e si diventano cento volte più grandi, più veri, non si tralascia nulla, diventa più vero tutto. Più vero come senso dell'origine, più vero come senso del presente, scopo del presente e più vero come destino".
II. Secondo, l'eccezionalità di questo incontro
"L'eccezionale è quello che corrisponde al cuore. Stranamente, quello che corrisponde al cuore è una cosa che non si trova mai: quando si trova è un segno di eccezionalità grandissima.
III. Terzo, questa eccezionalità crea uno stupore
IV. Quarto, lo stupore porta sempre con sé una segreta domanda: Chi è costui?
V. Quinto, a questo punto l'azione diventa tua responsabilità, tua libertà
"... fino a qui s'è graziato, è una grazia, a questo punto incomincia la tua responsabilità, incominci a dover piegare la testa tu a dover entrare in azione tu. Tu, cos'è il tu umano entra in azione? È la libertà"
A. per aderire basta essere sinceri, affermare la corrispondenza e, perciò, essere ragionevoli
"La ragionevolezza è affermare la corrispondenza tra quello in cui ci si è imbattuti e se stessi e il proprio cuore"
B. per negare occorre un preconcetto: occorre essere attaccati a qualcosa che si vuol difendere
"... se si ha da difendere qualcosa di fronte all'evidenza della verità, non si vede più l'evidenza, non si vede che la verità, si è accanitamente tesi a salvare quello che si vuol salvare
C. c'è una parola che serve per tutto, la parola «scandalo»
"... viene dalla parola greca scandalon che vuol dire «inciampo», come un sasso che in montagna cada sulla strada: devi correre in paese a prendere la, se ci riesci. Scandalo e l'obiezione che deriva da un interesse affermato non in nome della verità, non come ricerca della verità".

1. Che cos'è la libertà
I. l'essenza dell'io umano è libertà
A. bisogna che sappiamo bene cosa voglia dire libertà
B. soltanto comprendendo cos'è la libertà possiamo sapere come usarla
II. la difficoltà di avere l'idea chiara di certe parole viene dal fatto che siamo alienati nella mentalità comune
A. per seguire Gesù, per essere cristiani, per essere nella Chiesa, occorre essere intelligenti cioè essere coscienti di tutto quello che si fa
B. invece, oggi tutti sono superficiali, ripetono meccanicamente quel che sentono
"Tutti vanno avanti con la testa nel sacco e ripetono... Ieri andavamo in macchina ecceda lì in mezzo alla strada un ragazzo in bicicletta che aveva la lingua fuori fin qui e cantava «Oooooh!»... un troglodita. Ma la maggior parte dei ragazzi, se non sono proprio così materialmente... tutti sono così di dentro... Ripetono le canzoni che sentono dire o, peggio ancora fanno solo andare la testa... vale a dire la riduzione più meccanica possibile di quel che sentono, neanche quel che sentono ripetono".
L'esperienza della soddisfazione
I. per capire le parole che riguardano la nostra vita bisogna partire dall'esperienza
II. per capire cosa è la libertà dobbiamo partire dall'esperienza in cui uno si sente libero
A. è necessario partire dall'esperienza, perché l'uomo parte solo da un presente, altrimenti è un'astrazione
B. per arrivare a Cristo si parte dal presente, da Cristo come presente
III. uno si sente libero quando ha soddisfatto un desiderio, mentre quando un nostro desiderio non è soddisfatto, uno si sente soffocato, mortificato, schiavo
IV. la libertà, quindi, è soddisfazione (satisfacere), il desiderio soddisfatto; si può usare anche la parola perfezione (perficere, compiere, vuol dire esattamente satisfacere; un desiderio soddisfatto è un desiderio compiuto, perfetto)
V. la libertà deve essere totale: non c'è se la soddisfazione, la perfezione, non è totale; se non è totale, è una tristezza
"... io desidero andare al mare ai Caraibi, e Carlo mi dice di sì e io tutto contento, felice e libero, lo dico agli altri, lo comunico agli altri «Dopodomani parto». Vado ai Caraibi, poi torno col muso, peggio di prima. «Ma come? Non sei stato ai Caraibi?» «Eh, non so...».
Questa soddisfazione, questa perfezione, se non è totale, se non è totalizzante, se ha qualche buco da cui l'acqua scappa, se ha qualche buco, se rimane qualche cosa di aperto, la libertà non c'è, è una tristezza, il buco è la tristezza. Come diceva Dante in quella terzina: «Ciascun confusamente un bene apprende / nel qual si queti l'animo, e disira: / per che di giugner lui ciascun contende», il cuore dell'uomo è fatto così. «Ciascun confusamente un bene apprende [intuisce l'esistenza di un bene, e la felicità, la soddisfazione] nel quale si queti l'animo e disira [ricerca, la ricerca dell'uomo è sempre una domanda] per che di giugner lui ciascun [giugner è joindre francese] contende [tende, e tutto teso, con-tende con tutti i fattori della sua vita; e contende implica anche il cerchio dell'amicizia e della compagnia umana; è tutto teso a raggiungere questo bene].»

La traiettoria della libertà
I. L'uomo tende sempre di più a soddisfarsi ed a compiere i desideri che ha dentro
II. la definizione ultima della parola libertà, intesa come soddisfazione e perfezione, è un bene nel quale l'animo si quieti, nel quale tutto si è risolto
III. questo bene in cui tutto si è risolto è infinito
"...è infinito perché qualsiasi cosa l'uomo a lì, dice: «E dopo?», qualsiasi cosa l'uomo raggiunga, dice: «E poi?», qualsiasi costo l'uomo goda... «Ciò che più afferrai bramosa nella mano stretta si sfece come la rosa sotto la volta dell'eternità..., e più quel che più mi piacque.» (O. Mazzoni, Noi peccatori: liriche, Zanichelli, Bologna, 1930, p. 78).
IV. l'uomo tende a una perfezione, cioè a un compimento di sé che in tutto quello che raggiungi non c'è mai, non compie il cuore: le esigenze di verità, di giustizia, di felicità
V. pertanto ciò a cui l'uomo tende è qualcosa che è al di là, sempre al di là: è trascendente
VI. in questo modo la coscienza di sé percepisce l'esistenza di qualcosa d'altro, cioè di Dio, del Mistero, Dio come Mistero
VII. la libertà è tanto più grande, quanto più si avvicina all'infinito, è il rapporto con l'infinito, con Dio, e si compirà quando il desiderio di felicità sarà soddisfatto
VIII. la libertà è la capacità di raggiungere Dio come destino ultimo, come qualcosa che deve venire alla fine

2. Come la libertà si muove
I. La libertà si muove attraverso le creature, che è il modo con cui l'infinito la raggiunge per sollecitarla
"Le creature sono il modo con cui l'infinito diventa presente al cuore dell'uomo e gli desta la sete di sé. Gli desta la sete, gli desta l'esigenza della felicità, della giustizia, della verità, dell'amore... La libertà entra in azione, il dinamismo della libertà è in azione perché è toccato dalle creature (è toccato più o meno a seconda che la creatura gli corrisponda più o meno)…gli appare nel segno delle cose".
II. occorre una condizione: bisogna essere sinceri, senza nessun preconcetto
"essere di fronte alle cose e sentirne il richiamo nella sua originalità, nella sua purità: «Ti ringrazio, Padre, perché hai fatto capire queste cose non a chi crede di essere, ma ai semplici». Il semplice è quello che dice pane al pane e vino al vino"
III. il contrario di questo è la menzogna; il contrario della libertà e la menzogna
IV. la libertà è imperfetta e quindi può sbagliare, può scegliere una cosa che non è giusta, che allontana dall'infinito, dalla felicità totale, dal destino per cui si è fatti
A. la legge fondamentale è tendere all'infinito, al destino; quindi, ciò che avvicina di più all'infinito, il destino, corrisponde di più alle esigenze del cuore, cioè alla felicità totale
B. tuttavia, l'emozione può essere attratta da altro, che allontana da questa strada; per cui se uno cede all'emozione si perde (è il concetto di peccato, implicito nel dinamismo della libertà)
" Questo... fa il medico in Tanganica perché l'ha attratto l'idea della missione in Tanganica. Si è fatto frate per andare in Tanganica... Facendo il frate in Tanganica... con i voti già definitivi, incontrando la bionda dice: «La bionda mi attira di più che fare il frate. Allora, se la bionda mi soddisfa di più, ho il diritto di andare con la bionda»... Qual è la legge fondamentale? La legge fondamentale é che tenda a qui (simbolo infinito): tendere al suo destino. Se la legge é tendere al destino (simbolo infinito), T ( Tanganica) è più vicino, lo renderebbe più vicino che B ( bionda), lo farebbe camminare di più. Mi spiego? Ma questa B ( bionda) lo attira di più. T (Tanganica) corrisponde di più alle esigenze del cuore, nonostante quel che sembri, perché l’esigenza del cuore è la felicità totale, è il destino; ma l'emozione più grande è qui B (bionda), allora uno cede all'emozione e vira di qui. Evidentemente perde la strada..."
C. non è un errore l'attrattiva che si sente, è un errore preferire quest'attrattiva all'attrattiva più debole, ma più attiva e sicura verso il destino
"ogni cosa è bene, perché ogni cosa ti richiama al Creatore, ogni cosa, tutto, ma ci può essere una cosa che ti attira di più. Di fronte alla scelta di una cosa che ti attira di meno ma che ti fa andare di più verso il destino, ragionevolmente sei obbligato a seguire la seconda, non la prima; se non fai così, questo è il peccato, l'errore"
D. la vocazione propone, all'inizio, cose normalmente meno attraenti ma sono quelle attraverso cui si cammina verso il destino
1. più si cammina, più diventeranno attraenti le cose che rappresentano il destino
2. è l'inverso di quello che avviene per le cose mondane: l'attrattiva ha il massimo all'inizio e poi finisce
E. La libertà di scelta è propria di una libertà imperfetta, in cammino, non di una libertà compiuta
V. la libertà compiuta, trovandosi di fronte al suo oggetto completo, non potrà più scegliere, ma sarà tutta piena, sarà tutto soddisfatta, non potrà avere la tentazione di scegliere altro, sarà totalmente libera, totalmente libertà

3. LE CONDIZIONI DELLA LIBERTÀ
I. Le condizioni della libertà, perché vada verso il suo destino sono
A. la coscienza del destino (l'amore al destino)
"Se uno perde di vista del destino, allora sbaglia. Tutti...vivono così... È questo l'orrore, questo è contro l'uomo, e la disumanità... Sembra, e tutto il mondo dice: «È giusto, è comodo, è tuo tornaconto, ci tieni e dunque fallo!». No! Perché il destino della vita non è quel che vogliamo noi, è il mistero di Dio, la coscienza del Mistero, la coscienza del destino"
B. il governo di sé
"ci vuole una forza di strappo, una forza per strapparti a quest'attrattiva, così che tu ponga l'energia nell'andare verso il destino. Si chiama mortificazione, capacità di mortificazione o di penitenza. Penitenza, che in greco si dice metànoia, vuol dire «cambiamento di direzione»: invece di andare di qui dove sei più attratto, tu devi fare uno sforzo per cambiare direzione, per cambiare noùs, per cambiare la decisione da prendere"

La compagnia
I. una persona isolata non può realizzare le condizioni della libertà: occorre una compagnia e di richiami al senso religioso, al destino
II. la chiamata di Gesù implica sempre il consegnarsi a una comunità, l'appartenenza Gesù coincide sempre con l'appartenenza a una comunità
III. la comunità è letteralmente, fisicamente Gesù che fa queste cose, Gesù presente
A. nella comunità impari cosa è il tuo destino
B. ti dà la fede, ti sostiene, governa ed educa la tua fede
C. ti fa capire cosa è ed educa la tua libertà
D. ti fa prendere coscienza
1. del sacrificio da fare
2. del tuo peccato, della facilità al peccare, dovuta all'indebolimento della libertà causato dal peccato originale
3. ti incoraggia a riprendere la strada, riconoscendo ciò che porta al destino e l'illusorietà dell'attrattiva
IV. pertanto, occorre seguire la compagnia in cui il Signore ci ha messi, per essere educati nella libertà, perché la libertà diventi veramente la forza della nostra vita e perciò la dignità della nostra vita (non c'è niente di più intelligente che seguire)

Una sintesi
I. abbiamo visto cos'è la libertà; la libertà come imperfezione, in cammino: perciò può scegliere
A. una volta che la libertà giunge all'infinito c'è tutta, sarà tutta piena, tutta soddisfatta, non potrà scegliere altro
B. prima, davanti dei beni, c'è la possibilità di scelta
C. la legge morale è questa: scegliere ciò che porta la libertà al destino (questa è l'imperfezione, l'errore, il peccato)
II. per realizzare la scelta giusta, occorre avere chiarezza nella coscienza del rapporto con Cristo, del rapporto con il destino: il senso religioso vissuto
"Leggete il Vangelo, il primo capitolo di San Giovanni e il ventunesimo, quando sono là tutti insieme quella mattina...era lì vicino a Simone e gli dice sottovoce, senza che gli altri s'accorda, gli dice sottovoce: «Simone, mi ami tu più di costoro?». Questa è la finale della morale cristiana: l'inizio e la fine della morale cristiana. Non gli ha detto: «Simone, mi hai tradito, Simone pensa quante volte hai sbagliato. Simone, pensa quanti tradimenti! Simone, pensa che tu puoi sbagliare ancora domani, dopodomani... Pensa come sei fragile, vigliacco di fronte a me». Macché! «Simone, mi ami più di costoro?»: è andato sotto tutto, sotto tutto; allora questo sotto tutto trascina, e Pietro, amandolo, ha finito per morire come lui"
III. solo la compagnia richiama
A. questa mortificazione, la coscienza della propria fragilità
B. questa seduzione dell'essere, che è il senso religioso
C. ad avere coscienza di quando si sceglie male, riconoscere quando si sceglie male, ad avere la forza del dominio di sé per strapparsi al male
"è un bene poter scegliere, ma è un male poter scegliere male, perciò è ambiguo; non è che la libertà sia in una posizione cattiva, è in una posizione ancora ambigua, può scegliere il bene e può scegliere il male"
D. ad aderire a ciò che porta al destino e per attendere il destino tutti giorni, tutti giorni attendere che venga

Invito alla preghiera
I. occorre ripete il più frequente possibile la breve preghiera emblema del Gruppo Adulto, Veni Sancte Spiritus, Veni per Mariam
II. è lo Spirito di Cristo che ci fa capire le cose, ci dà le energie per andar dietro le cose
III. lo spirito di Cristo ci aiuta attraverso le viscere di una donna di diciassette anni, cioè attraverso le viscere della nostra esperienza comune, di un'esperienza in comunità, dalle viscere dell'esperienza concreta

LA LIBERTÀ - ASSEMBLEA
I. Parole sentite come discorsi o parole pronunciate come preghiera si possono capire soltanto ripetendole
"Quello che il bambino di due anni chiama «mamma» sarà indicato con la stessa parola quando avrà cinquant'anni; ma la stessa parola, non un'altra parola, sarà profondamente diversa, profondamente più compresa, profondamente più amata, profondamente più giudicata... ma uno l'ha ripetuta per tutta la vita. E così è il metodo con cui noi andiamo a Dio, ci intendiamo con Cristo"
II. queste parole sono una forma di domanda: si domanda Cristo; non si usano a vanvera, si usano per domandare Cristo
"... La cosa più grande che possa fare l'uomo con tutta la sua intelligenza, con tutta la sua libertà, qual è? Domandare, come indicare, che è lo stesso"

La libertà
I. «Detto» non è uguale a «imparato»: bisogna ripetere le chiarificazioni, le spiegazioni
II. la cosa importante è desiderare di capire, cioè chiedere di capire, chiedere sempre chiedere
III. chiedere non è pretendere
"... la pretesa chiede fissando delle condizioni, mettendo avanti già delle misure che sono proprie; da ciò che non si conosce non si può pretendere, si può solo domandare"
Cosa significa che tutte le creature non compiono l'ampiezza del mio desiderio?
I. le creature non compiono l'ampiezza del mio desiderio perché non coincidono con l'oggetto totale del mio desiderio
"il mio desiderio ci balla dentro... tende a scegliere quello che lo attira di più, l'emozione... più che la corrispondenza al destino"
II. la mortificazione, lo strappo a quello che ti emoziona di più per amore di ciò che ti corrisponde di più, per affermare la legge morale, non elimina niente: omnis creatura bona ( ogni cosa è bene)
A. il pensiero umano divide ciò che è bene da ciò che male
B. per il cristianesimo
1. male non è niente, non c'è nessuna creatura cattiva
2. il male é solo nell'atto di scelta della libertà, perciò il fattore di peccato è la libertà dell'uomo
III. la libertà è dominata dal fatto che il destino ti riprende e ti richiama, attraverso la comunità in cui vivi dentro la Chiesa, a cui appartieni
"La comunità è ciò a cui si appartiene: è più del padre, della madre e della famiglia"
IV. La libertà incompiuta è la libertà imperfetta di fronte a qualsiasi cosa
A. la libertà è imperfetta per il peccato originale
1. che è un atto dell'uomo
a. di cui ne ha colpa chi lo ha commesso
b. ma le cui conseguenze sono portate da tutti
B. la libertà è imperfetta anche con Cristo, anzi molto di più, perché il peccato originale gioca tanto più quanto più grande è l'oggetto con cui prendiamo rapporto
C. per questo Cristo può apparire senza tutta l'attrattiva che dovrebbe avere: perché la libertà ferita dal peccato originale fa stortare gli occhi verso qualcosa d'altro e allora Lui non appare per quello che è
V. la libertà si gioca davanti a un dovere pesante, davanti alla cosa più pesante che ci sia, la morte, accettando, accettando il progetto di un Altro, che è la volontà di Dio
A. questo è ragionevole perché corrispondere alla volontà di Dio vuol dire corrispondere al proprio destino e quello che ti fa camminare verso il tuo destino è ragionevole
"... cos'è la libertà? La capacità di rapporto col destino. Il destino, cos'è il destino? Facciamo una domanda più facile: dove sta il destino? Il destino sta alla fine della vita. Autostrada Milano-Como: dove incomincia Como? Dove termina l'autostrada per Como! Strada Milano-Pavia: finisce la strada dove incomincia Pavia. Il fine è la prima cosa che si ha presente: quando incominciano a fare una strada, la cosa che hanno presente è il fine, il destino (e Pavia). poi fanno la strada, lavorano, lavorano, lavorano... giungono a Pavia: termina al lavoro! Il destino è alla fine della strada, cioè è al di là dell'ultimo passo della strada, è al di là della morte. È ragionevole tutto ciò che ti porta verso il fine, verso il destino; corrisponde al cuore non l'istinto che senti, ma quello che porta tuo cuore verso il suo destino; e quello che porta il tuo cuore verso il suo destino può essere una vita di stenti e di dolore".
VI. L'esperienza della libertà perfetta
A. non è possibile fin d'ora qui.
B. ogni passo verso il destino è un passo verso il destino completo ma non è il destino nella sua espressione totale finale
"Chi amasse il proprio prossimo con tutto se stesso con tutta la sua energia di volontà, con tutta la sua capacità di sacrificio, con tutta la sua affettività insomma, può intravedere di più, immaginare di più come sarà il paradiso, ma non è ancora il paradiso"
C. chi segue il destino ha il centuplo quaggiù e, infine, la vita eterna, cioè il destino
"Centuplo quaggiù vuol dire che amerete cento volte di più la vostra ragazza, amerete cento volte di più il vostro ragazzo, amerete cento volte di più il papà e la mamma, amerete cento volte di più i vostri compagni di scuola...Perciò chi mi segue, chi segue il destino, chi tende al destino avrà il destino, raggiungerà il suo destino e avrà anche il centuplo quaggiù".
VII. Libertà e grazia
A. l'esperienza della libertà, quando si guarda ad una creatura in rapporto al suo destino, quando si aderisce a ciò che spinge verso il giusto ed il bene, è un atto nostro
"Capisci che è tuo, tant'é vero che, magari avresti la tentazione di guardarla [una creatura] in un altro modo e non la guardi in un altro modo, perché giudichi e dici: «Beh, in un altro modo...e dopo?»
B. la grazia è ciò che permette questa libertà: un complesso di indizi, stimoli buoni, che sono già dentro di noi
"è una grazia avere una certa istintiva ripugnanza al grossolano, è una grazia avere imparato il Padre nostro, è una grazia aver trovato una certa compagnia, è una grazia essersi sentiti dire «Vieni», una grazia incomparabile..."
C. è sempre una grazia che sostiene nel momento della scelta: pertanto, la libertà consiste nel domandare a Cristo la grazia che ti illumini e sostenga
"...più che dire: «Cristo, lascia fare a me: ci penso io, quando viene il momento faccio io». Questa presunzione ti costerebbe cara"
VIII. Esistenzialmente è impossibile vivere la libertà
"...l'uomo è preda dell'ambiente in cui vive ed è soltanto un intervento stupefacente di Dio che può salvare un individuo dall'ambiente, dal tipo facciale e mentale, dalle abitudini normali dell'ambiente in cui vive"
IX. La compagnia come richiamo vicendevole al destino, allo scopo o all'allegria, o alla letizia, o alla purità delle cose, ti aiuta ad agire con libertà, ti fa capire di più cosa è la libertà
"«Sai, Anna, io non ho capito bene questa cosa qui della linea larga e della linea stretta...Come faccio a scegliere la riga più in alto a sinistra che è più stretta?» Allora lei ti spiega perché il disegno non è perfetto...e spiegandoti, l'idea di libertà ti prende di più. E' così che si impara. Dopo anni di questa compagnia uno è diverso, è diverso dagli altri: al lavoro, è diverso dagli altri, a scuola, è diverso dagli altri, all'università è diverso dagli altri, in famiglia diventa diverso dagli altri. Capisce, ragiona, sente, opera, prende le cose in un modo diverso dagli altri. E' un uomo -- direbbe San Paolo -- è un uomo nuovo"
X. Ci vuole tempo perché il passo dello sviluppo della vita è infinitesimale
"Così in queste cose, coi mesi e con gli anni, imparerete; se si segue: tutti quelli che sono venuti e a un certo punto hanno detto: «Sì, lei avrà anche ragione, ma io sono stufo, vado via», non hanno più imparato. Chi è rimasto ha imparato. E' terribile questa cosa: chi sta impara, diventa se stesso; chi non sta perde se stesso".
XI. Ogni creatura è riflesso della ricchezza di Dio, dell'infinita perfezione del Mistero, quindi si è attratti da tutte le parti
"... quanta più sensibilità hai, tanto più sei strappata da tutte le parti: dal grande, dal piccolo, da ciò che ti pigia davanti, da ciò che ti schiaccia, che ti urta di dietro... da tutte le parti"
A. il problema è come si fa sapere quello che dobbiamo scegliere in un determinato momento
B. il criterio è la tua vocazione: sei obbligata a scegliere quello che Dio ti indica come utile -- se non necessario -- al compito vocazionale che ti ha affidato
"Per esempio, se hai la vita dedicata al Signore e fai la professoressa di scienze a scuola, la tua vocazione è quella di dedicarti al Signore totalmente, facendo anche l'insegnante di scienze a scuola. Se sei insegnante di scienze, dovrà spiegare l'ago di pino il meglio che puoi. Perciò è la tua vocazione, che stabilisce che tu debba interessarti del l'ago di pino invece che avere la fortuna e la grazia di interessarti, come la professoressa Vera, di Mozart o di Beethoven, da far studiare. Non c'è altro da rispondere: attraverso le circostanze, se tu sei disponibile come animo e attenta come animo a Dio, Lui ti fa vedere quello che è utile o meglio per la tua vocazione, compreso il tuo lavoro, perché il lavoro è parte integrante della vocazione".
XII. La libertà è il favorire la disponibilità intellettuale, affettiva e creativa a percepire e a corrispondere alla Presenza che ha dettato il tuo inizio e che, qualunque cosa guardi al mondo e in qualunque condizione tu sia, per qualunque giornata tu ti alzi, anche la giornata del peggior esame, è tenuta presente
"... nessuno può dire: uno ti ha legato per il collo e ti ha tratto. No! Se sei qui è perché qualcosa ti ha percosso debolmente, ma ti ha percosso. E ti ha percosso attraverso un presentimento di eccezionalità o, come dice la Bibbia, una promessa di felicità"
XIII. Gesù Cristo c'entra in tutti i rapporti, i beni con i quali l'uomo entra in relazione
"Cristo non è nient'altro che l'incarnarsi...che l'infinito diventi carne vuol dire che l'infinito entra nell'unica grande esperienza della storia, che è la realtà dell'Essere, la realtà del Mistero, vissuta dall'uomo, con la misura umana. Perciò, in tutte le cose, tu trovi il riverbero concreto di Cristo. Perché di che cosa tu sei fatto? Di che cosa un albero di pino è fatto? Di che cosa è fatto un uccellino? «Tutto in Lui consiste.»"
XIV. Cristo è il fattore generativo di tutta la storia dell'umanità, incidente su tutto lo sviluppo della storia, tant'è vero che San Paolo non mette in paragone con tutto: «Tutto in Lui consiste».
XV. È un'altra mentalità, un altro mondo
"Un mondo dove Dio sia uomo, sia presente e mangi alla stessa mensa con me -- Eucarestia -- è un altro mondo. È un altro mondo; soltanto che questo mondo è vero e quell'altro è falso, tant'è vero che tutto quello che dice e non mantiene: «hanno orecchi e non odono, hanno occhi e non vedono, hanno bocca e non parlano»; non mantengono nessuna delle promesse che fanno"
XVI. La libertà è completa quando raggiunge la meta; prima è imperfetta, è tutta tesa a raggiungere il destino, a completarsi
XVII. il valore del cammino
A. serve per capire se è vero il tuo riconoscimento di volere lo scopo, il tuo amore allo scopo, la tua capacità di usare la libertà per questo scopo: si chiama prova
B. è un segno di affezione da parte di Dio
"Una pianta già confezionata è una pianta artificiale; una pianta , per non essere artificiale, deve venire su dalla terra, adagio, secondo tutte le sue leggi. Così, per non essere superficiale o fittizia, la felicità dell'uomo deve nascere anche dalla sua libertà: dalla sua libertà e dalla mano di Dio...Immaginate un papà che viene a casa dal lavoro...e la moglie gli ha lasciato tra i piedi il bambino più piccolo che ha quattro anni...vuole aiutare il papà a portare il fieno: il papà ha addosso la gerla piena di fieno, il piccolino ha la sua manciatina di fieno e, tutto tronfio, segue il papà, ma il papà ci impiega tre ore di più. Così Dio, ma è un'osservazione di San Pietro: Dio ha pazienza per provare la libertà di ognuno di voi"
XVIII. il lavoro e l'obbedienza
A. il valore della vita non è il lavoro ma l'obbedienza alla volontà di Dio
B. la volontà di Dio implica, come fattore normale, il lavoro
C. quale lavoro? Quello che il Padre farà trovare.
1. non lasciandolo cercare agli altri ma cercandolo noi con l'aiuto di tutti
2. fin quando non si riesca a trovare il lavoro che piace, è amore e obbedienza al Padre prendere anche il lavoro che esprime di meno e piace di meno
"...monsignor Manfredini, arcivescovo di Bologna, mio compagno... quando ha detto Messa, l'hanno mandato in un buco appena fuori Milano, e lui faceva una gran fatica, era scoraggiato...un uomo di questo genere avrebbe guidato una grande Chiesa benissimo...e gli hanno dato una parrocchietta di seconda mano, di poche centinaia di abitanti, che sua madre quando mi ha visto si è messa a piangere...E lui ha accettato questo, ha accettato questo, dando grande esempio. Se non accettava quello, magari non diventava arcivescovo di Bologna. Il problema numero uno è l'obbedienza..."
D. in sintesi
1. il lavoro è fondamentale per una concezione cristiana di una vita dedicata a Dio
"Senza lavoro un individuo si rattrappisce e mente alla sua stessa vita. Se, per esempio, un individuo, cercando lavoro per mesi non riesce a trovarlo, nel frattempo prenda quello che gli può capitare tra le mani: invece che lavorare tre mesi di fila potrà lavorare tre settimane di fila, o una settimana su tre mesi"
2. quindi tutti cerchino un posto di lavoro
"... non può essere semplicemente l'individuo che non ha lavoro a doversi sbracciare; è tutta la compagnia che dovrà interessarsi perché abbia lavoro...non è un rimprovero a loro: è la sottolineatura di un'urgenza che deve trovare loro in prima fila a mobilitare se stessi, la casa e tutti gli amici perché lo svolgimento della loro vita contempli e contenga anche questo impegno inevitabile per essere quel che Dio vuole"
3. un posto di lavoro vale anche se non è secondo i propri gusti
"Necessità del lavoro. Per nulla affatto necessità prevalente di quel che pare e piace a sé, anche se innanzitutto si deve cercare qualcosa che piace. Perché innanzitutto si deve cercare qualcosa che piace? perché se ti piace è -- a priori -- un invito più pressante, più immediato che Dio ti dà. E se ti piace, probabilmente, renderai di più, renderesti di più, ma queste condizioni ottimali non sono affatto necessarie.
...Il mio preside di facoltà... mi ha regalato un libro... descriveva la malattia di un diacono, una malattia durata venticinque anni, in cui il lavoro consisteva nella coscienza con cui giorno per giorno cercava di vivere la sua malattia offrendola a Dio in remissione per il mondo. Questo è un lavoro. Perché il lavoro è l'applicazione alla realtà, che resta così più dinamizzata verso il suo destino, della coscienza e dell'affettività e dell'operosità costruttiva dell'uomo che vive la fede. "
XIX. Libertà e possesso
A. Libertà è capacità di adesione: c'è tanta più libertà quanto più uno possiede l'essere, possiede la realtà
B. possedere vuol dire entrare in rapporto a livello dell'essere con un'altra cosa
C. aderire alla realtà, che è un atto di ragione, vuol dire affermarla: è l'inizio del possederla
1. è un modo diverso che aderirvi fisicamente; questo è un aspetto esteriore, è solo un aspetto del possesso
2. l'affermazione della realtà è possesso, perché tu in questo modo affermi e spieghi che cosa sia quella realtà, la capisci, ne puoi usare secondo la tua capacità di rendimento e, se è una persona, la ami
"Non è padronanza il rapporto fisico: non puoi penetrare una pesona fino alla radice dell'anima, mentre se la guardi o se la pensi quando è lontana, la possiedi fino alla radice dell'anima. L'uomo ha un modo di possedere che da una parte tocca quello dell'animale e dall'altra tocca...il possesso di Dio. Dio possiede i sassi e la terra e ogni foglia e ogni passero che cade e ogni fiore del campo...Ma non perché è addosso al fiore del campo, è dentro lì. Il possesso dell'uomo è simile a quello di Dio"
XX. l'alternativa a Cristo è il niente
A. Cristo è venuto per educare al senso religioso, a capire, a riconoscere che c'è uno scopo ultimo a tutto l'andamento delle cose
1. lo scopo ultimo è Dio
2. la libertà secondo Cristo è l'adesione all'Essere, al Mistero, perciò la vita è tutta positività, anche il male è fatto per un positivo
B. se come ipotesi di lavoro invece che Cristo prendi l'anti-Cristo
1. prendi qualcosa che non aderisce niente
2. la libertà non è adesione all'essere, perciò la vita è male
"... anche il bene diventa male perché, alla fin fine, diventa cenere, si incenerisce anche lui, è inutile che ti ci impegni..."
XXI. la coscienza del destino
A. la coscienza del destino è scegliere ciò che emerge, sia pure confusamente, come migliore, come più utile
B. la coscienza chiara del destino non è necessaria perché tu cammini verso la verità del tuo destino
C. si possono scegliere le cose che portano verso il destino anche solo per affermare un'ipotesi positiva
"... anche semplicemente per il terrore che «senza questo cosa ti rimane?»...San Pietro: «Signore, se andiamo via da te, dove andiamo? Tu solo hai parole che spiegano la vita». Perché, se tu elimini l'ipotesi positiva, ti rimane l'ipotesi negativa... Questa seconda non è mai razionale, perché non spiega, non è mai ragione comprensiva di tutto. Affermare l'aspetto negativo, una soluzione negativa, non è mai razionalità, mai, perché la ragione è coscienza della realtà secondo tutti i fattori che la convogliano al suo destino. Se un bambino -- ho già accennato questo paragone -- diventato grande si trova di fronte all'ipotesi: «Ma mia madre è morta veramente durante la guerra o c'è ancora?» (perché ha degli elementi per poter dubitare), per poterla eventualmente trovare deve usare un'ipotesi positiva; con ipotesi negative non si viene a capo di nulla, non si scoprirebbe niente, non avanzerebbe la scienza, non avanzerebbe la tecnica"
XXII. La dinamica della libertà senza Cristo sarebbe impossibile
"sarebbe una cosa che uno sentirebbe giusta, più naturale, ma non avrebbe gli elementi per una sicura chiarezza, non avrebbe soprattutto l'elemento fondamentale, cioè il coraggio di affermarla"
XXIII. La necessità di un'ipotesi positiva e non un'ipotesi negativa è la più grave questione di metodo che si possa citare
"... in quarta ginnasio è arrivato un discepolo di Enrico Fermi, anzi il suo discepolo prediletto, un certo Don Borghi. Nel primo compito che ci diede... mise un problema irrisolvibile: nello svolgimento avremmo dovuto dimostrare che era irrisolvibile. Tutti noi, istintivamente, siamo partiti con l'ipotesi positiva, perciò tutti l'abbiamo risolto! La volta dopo ha detto: «State attenti che il problema irrisolvibile è il primo, lo dovete dimostrare». Tutti hanno preso 4, perché nessuno era sicuro di aver svolto bene il problema...Mi capite? Partire con l'ipotesi negativa ti impedisce di risolvere; tant'è vero che là dove si parte con l'idea negativa che la vita è senza senso, manca la vita, viene meno la vita: i bambini non ci sono più... È soltanto l'affermazione certa di una positività ultima che permette all'uomo di affrontare i problemi, di riscoprire e riaffrontare tutti problemi e di tendere a risolverli fino a quando ha trovato la soluzione"
XXIV. Differenza tra l'ipotesi negativa che blocca e il temperamento malinconico che viene definito positivo nel libro di Scuola di Comunità
A. il temperamento malinconico è positivo
1. perché consente di capire il limite delle cose
2. dunque che le cose sono fatte sostenute da un altro
3. e quindi ti spinge alla ricerca di qualcosa d'altro
B. l'ipotesi negativa invece è una malinconia, una tristezza che dice «Tutto è niente...»
"Come certe persone che poi ti stanno sullo stomaco, perché vengono lì, per consolarsi da te e tu dici loro: «Ma no, guarda e ci sono anche le cose buone...», e loro: «No, tutto è niente... non val la pena niente»; ma «Allora vattene a casa tua!» "
XXV. Destino e circostanze: desiderio di vita e situazione che va verso la morte
A. il destino è per la vita, le circostanze possono essere per la morte ma vince il destino
"Se il tuo destino ti dice: «Sono fatto per la vita», vuol dire che questo è più forte e prevarrà, prevale sul fatto che tu, nelle circostanze in cui sei, debba morire. Vuol dire che c'è qualche cosa d'altro o un'altra posizione, qualcosa d'altro per il quale il destino trionfa, allora tutto è destinato a diventare niente...polvere dentro una tomba, mummia rinsecchita dentro una prigione di trentamila anni"
B. Cristo ci ha chiamati per gridare a tutti la ragione vera, il destino inerente la nostra natura e aiutare la speranza della gente
C. nessuno più insegna questo: per questo il problema della nostra vocazione è gravissimo, e la cosa di cui il mondo ha più bisogno
"Il dramma è che il 99 per cento delle madri non insegna più queste cose ai figli, e per questo non sono madri: madre può essere anche una puledra, se madre vuol dire buttar fuori dal ventre qualcosa; si è madri se si educa al destino. Infatti, se una donna adotta un bambino di due mesi, di tre mesi e se lo tira su insegnandogli a vivere e insegnandogli il valore del destino, la positività della sua vita, quella è veramente sua madre"
XXVI. Il lato positivo della libertà
A. la libertà è il più gran dono di sé che Dio ha fatto all'uomo facendolo simile a se; per cui l'uomo è il signore di se stesso e del creato
B. l'applicazione della libertà è semplicissima basta riconoscere e accettare l'evidente, aderire a una presenza evidente
"Con questa presenza ti scontri: vai fuori dalla porta e ti scontri col naso contro questa presenza... il dinamismo della libertà è una cosa semplicissima, qui sta la sua difficoltà: che è semplice! Tutto il fuoco ostile che tenta di bruciare la libertà è fatto di fiammelle che dicono: «Ma, forse, se, comunque, però», che sono tutte parole che non ti fanno cogliere il reale (il contrario della ragione che è cogliere il reale), che ti tolgono dal reale, che fanno fuoco di fila per sbarrare e impedire il tuo cammino verso la realtà..."

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